domenica 18 giugno 2017

Bilancio Genoa 2016: perdita da 4,1 milioni e 43 milioni di debiti tributari rateizzati.



Luca Marotta


Il bilancio 2016 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha evidenziato una perdita di circa 4 milioni di Euro, nonostante che in bilancio figurino plusvalenze per ben 31,9 milioni di Euro. Al 31 dicembre 2016, il Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2446 del Codice Civile”, ossia: riduzione del capitale di oltre un terzo per perdite, con un patrimonio netto positivo per Euro 73 mila. Il totale della voce debiti è leggermente diminuita dello 0,6%, da € 189.659.139 a € 188.601.644. Molto importante rimane l’entità dei debiti tributari pari a 61,9 milioni di Euro che finanzia il 20% dell’attivo.

L’esercizio 2015 si era chiuso con una perdita di 10,5 milioni; l’esercizio 2014 si era chiuso con una perdita rilevante di 26 milioni di Euro; mentre l’esercizio 2013 si era chiuso con un sostanziale pareggio, mostrando un utile di € 381.602 e l’esercizio 2012 evidenziava una perdita di € 14.846.953. Occorre ricordare che il pareggio di bilancio conseguito nel 2013 fu frutto di eventi straordinari di gestione, come il conferimento del ramo d’azienda avente ad oggetto le attività commerciali legate allo sfruttamento del “Brand Genoa” nella società “Genoa Image Srl”, controllata al 100%.

Le cause che hanno determinato la perdita del bilancio 2016 sono da ricercarsi negli oneri finanziari per € 4,9 milioni di Euro, in quanto l’EBIT risulta positivo per Euro 79.608. Anche nel 2016, le plusvalenze sono state determinanti per l’equilibrio della gestione operativa calcistica e le plusvalenze realizzate nella sessione di calciomercato invernale di gennaio 2017, sono risultate importanti per adottare il principio di continuità aziendale.

Il bilancio 2016, riguarda il secondo semestre della stagione sportiva 2015/16 conclusasi al decimo posto, e il primo semestre della stagione sportiva 2016/17, conclusasi al quindicesimo posto. L’importanza delle plusvalenze è tale che da alcune stagioni sportive il Genoa inizia il campionato con una rosa competitiva formata da determinati calciatori e concluda la stagione sportiva con una rosa meno competitiva formata da altri calciatori.

Inoltre, l’importanza delle plusvalenze emerge anche nel Piano di Business sottoposto periodicamente all'Organo Amministrativo.
I presupposti in base a cui è stato redatto il business plan aggiornato prevedono anche per la durata della prossima stagione sportiva 2017/2018: il mantenimento della categoria serie A, con conseguenti ritorni in termini di ricavi;  un piano di mercato che garantisca plusvalenze da cessioni in linea con le performance degli anni precedenti; un incremento dei diritti televisivi alla luce dell'assegnazione degli stessi per it triennio 2015-2018; investimenti nel settore giovanile in linea con gli esercizi precedenti; riduzione del costo del lavoro; consolidamento della riduzione degli ammortamenti gin avvenuta nel corso dei due esercizi precedenti; un sostanziale ritorno alla redditività operativa ed un progressivo riequilibrio finanziario.

La continuità aziendale.

Con parole molto semplici, da quello che emerge sembrerebbe che la continuità aziendale del Genoa CFC, sia dipesa principalmente dalle plusvalenze.

Infatti, la Relazione della Società di Revisione “Audirevi Srl” contiene dei richiami di informativa.
Nel Richiamo di Informativa è evidenziato che il bilancio 2016 chiude con una perdita di Euro 4,1 milioni ed un patrimonio netto positivo per Euro 73 mila. Il patrimonio netto risulta positivo, a causa della rinuncia dei crediti per finanziamenti per Euro 9,97 milioni da parte della controllante Fingiochi S.r.l., e al versamento in conto futuro aumento di capitale pari a Euro 3 milioni da parte della stessa controllante, “che hanno consentito alla società il superamento della fattispecie disciplinata dall'art. 2447 c.c. ma non hanno consentito il superamento della condizione disciplinata dall'art. 2446 c.c.”. I Revisori hanno evidenziato che il superamento della condizione disciplinata dall'art. 2446 c.c., in base a quanto dichiarato dagli Amministratori, è stato reso possibile grazie al fatto che nel corso della sessione invernale di "calciomercato", sono state realizzate delle plusvalenze per un valore, al netto delle. minusvalenze, di circa 16 milioni di Euro, che hanno permesso il pieno ripristino dell'integrità patrimoniale e il superamento anche della fattispecie di cui all'art. 2446 del c.c. (perdita del capitale di oltre un terzo a seguito di perdite). Per tale motivo gli Amministratori hanno adottato il presupposto della continuità aziendale, nella redazione del bilancio 2016.
Nello specifico sono risultate decisive le plusvalenze realizzate con le cessioni di Pavoletti ceduto al Napoli e di Rincon ceduto alla Juventus, oltre al realizzo di bonus relativi alle precedenti sessioni di calciomercato.
Nel richiamo di informativa è stato fatto riferimento al fatto che nel bilancio 2016 sono stati contabilizzati proventi da consolidato fiscale per Euro 1,1 milioni. Alla data del 31 dicembre 2016, il credito verso la società controllante da consolidato fiscale, ammonta ad Euro 26,9 milioni. Tale credito è sottoposto a delle condizioni subordinate all’utilizzo e alla cessazione del regime.

La Struttura Patrimoniale.

Il totale dell’Attivo è aumentato del 4,5% da € 183,8 milioni a € 192,1 milioni. Il valore della partecipazione in imprese controllate ammonta a € 23.473.000 e riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2016 con una perdita di Euro 1.418.589 (€ 2.064.060 nel 2015), con un patrimonio netto di Euro 16.516.276 (€ 17.834.865 nel 2015). La partecipazione nella società “Luigi Ferraris S.r.l.”, costituita unitamente a U.C. Sampdoria, con lo scopo di ottenere la gestione dello stadio è stata trasferita con atto notarile a “Genoa Image S.r.l.”.
Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante per € 26.922.213 (€ 25.802.911 nel 2015) e verso controllate per Euro 7.525.323 (€ 5.353.245 nel 2015).



L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è di poco positivo perché è pari a 0,00038 (-0,046 nel 2015).
Il capitale di terzi praticamente finanzia tutto l’attivo. Infatti, anche l’equity ratio è molto basso perché pari allo 0,04%.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,00038 (0,95 nel 2015)), ciò vuol dire che il valore dei beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, sono di poco sufficienti a pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,815, ciò vuol dire che l’attivo a breve non è in grado di pagare i debiti a breve.

L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,82, superiore alla soglia minima del 2017/18 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,6.
In caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità nella misura minima, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

L’Indicatore di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2016 ammontano a € 188.601.644 ed il Valore della Produzione al 31.12.2016 è pari ad € 91.271.712, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 90.195.714.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 2,09, superiore alla soglia massima del 2016/17 stabilita dalla FIGC per la Serie A che è di 1,75. Tale soglia è destinata a ridursi nel 2017/18 a 1,5.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato della FIGC.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso del Genoa il valore è di 0,75, se si considerasse tutto il costo del personale. Tale valore sarebbe entro il limite richiesto dalla FIGC per la Serie A per le stagioni sportive 2015/16-2016/17-2017/18, che è rispettivamente di 0,9; 0,85 e 0,8.

Grado Copertura Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori determina una percentuale dello 0,19%, che dimostra che, al 31.12.2016, i diritti pluriennali di calciatori risultano finanziati dal capitale di terzi.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è di poco positivo per Euro 73.011 e si trova nella situazione prevista dall’articolo 2446 del codice civile, ossia riduzione del capitale di oltre un terzo a seguito di perdite.
Nel 2015 era negativo per Euro 8,83 milioni e nel 2014 era negativo per Euro 6,3 milioni.

La variazione è stata determinata dalla perdita di esercizio di € 4.069.462 e dall’apporto nella riserva versamento in c/futuro aumento di capitale di € 12.975.000.
L’importo di € 12.975.000 deriva dalla rinuncia dei crediti per finanziamenti per € 9.975.000 da parte del socio controllante Fingiochi srl e da un versamento in c/futuro aumento di capitale di € 3.000.000.

L’indebitamento finanziario.



I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, diminuiscono da € 69,3 milioni a € 67,19 milioni e finanziano il totale dell’attivo, per il 35% (37,7% nel 2015).
I debiti verso le banche diminuiscono da € 14,1 milioni a € 13,1 milioni. Le banche con cui lavora il Genoa sono Unicredit e Banca Carige. I debiti bancari a medio-lungo termine pari a € 8,23 milioni (€ 10,32 milioni nel 2015) riguardano dei mutui accessi nel 2011 con Banca Carige.
I debiti verso altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 54,1 milioni (€ 55,1 milioni nel 2015) e registrano un decremento dell’1,96% e finanziano il 28,1% dell’attivo. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Carige, Emilia Romagna Factoring, Banca IFIS.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 67 milioni (€ 69,27 milioni nel 2015), considerando le disponibilità liquide pari a circa € 105 mila, risulta in diminuzione rispetto al 2015 di circa € 2,18 milioni.
L’EBITDA è positivo per € 17.574.837 (+€ 21.772.430 nel 2015) e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 3,81 (3,18 nel 2015). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 65,1 milioni (€ 67,4 milioni nel 2015), mentre i debiti verso Enti-settore specifico, pari a € 43,2 milioni (€ 40,5 milioni nel 2015), finanziano il 22,5% dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo positivo di € 21,9 milioni, che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario si ridurrebbe a € 45,2 milioni, cifra al di sotto del fatturato netto.

I debiti verso l’Erario e gli altri debiti.

I debiti verso l’Erario aumentano da € 60.039.704 a € 61.986.816, di cui € 23.554.990 a breve termine. Tali debiti rappresentano il 32,3% delle fonti di finanziamento dell’attivo.
Il 69,7% dei debiti tributari riguarda quelli rateizzati:




L’importo rateizzato è di€ 72.755.626 (€ 54.616.582 nel 2015); l’importo pagato è di € 29.580.433 (€ 15.374.084 nel 2015); l’importo risultante a debito il 31.12.2016 è di€ 43.175.192 (€ 39.242.498 nel 2015). Gli importi rateizzati maggiori riguardano l’IVA. Complessivamente per l’IVA rateizzata residua un debito di € 31.016.073.
Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le ritenute Irpef per retribuzioni tesserati ammontano a € 4.123.387 (€ 3.877.494 nel 2015), quelle relative ai premi sono pari a € 1.652.057 (€ 1.775.050 nel 2015). Risultano debiti per IVA 2016 pari a € 11.248.775 (€ 13.187.757 nel 2015) e debiti per IRAP 2016 pari a € 1.787.405 (€ 1.956.905 nel 2015).

Al 31.12.2016 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 129.896 (€ 157.976 nel 2015).
I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 1.927.762 (€ 2.429.579 nel 2015), di cui € 658.478 riguardano il debito ENPALS rateizzato.

La voce “debiti diversi” diminuisce da € 9.698.361 a € 8.589.447. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.

Il Valore della Rosa.



Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 31.171.908 (€ 24.057.834 nel 2015), diritti sportivi dei calciatori delle giovanili per € 6.771.031 (€ 3.303.113 nel 2015). L’incremento complessivo è stato dell’82,8%.
Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore contabile netto della rosa si sia sgonfiato, pur rimanendo sostanzialmente costante il costo del personale.




Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei costi del vivaio, allocata tra le immobilizzazioni immateriali per 7,4 milioni di Euro, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore giovanile.

La Gestione economica.

Il valore della produzione diminuisce da € 100,6 milioni a € 91,3 milioni, con un variazione negativa del 9,3%.
I costi della produzione sono pari a € 91,19 milioni (€ 99,31 milioni nel 2015) e sono diminuiti dell’8,2%, in misura meno che proporzionale rispetto alla riduzione del valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è di poco positiva per € 79.608, nel 2015 era positiva per € 1,3 milioni.



I Ricavi.

Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i proventi televisivi. Tuttavia nel 2016 i proventi televisivi risultano diminuiti da € 39,3 milioni a € 33,76 milioni, con un’incidenza del 66,6% sul fatturato netto e del 37% sul valore della produzione (39,1% nel 2015).
La rappresentazione grafica seguente mostra chiaramente la “teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei diritti televisivi.



I ricavi da gare sono aumentati dell’11,3%, da € 3,9 milioni a € 4,34 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 4,8% e sul fatturato netto per l’8,6%. L’incremento è dovuto ai ricavi da gare di campionato, che sono aumentati di €377.180, da € 1.136.647 a € 1.513.527, mentre i ricavi da abbonamenti sono diminuiti di poco, da € 2.756.545 da € 2.715.221.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 2.183.257 (€ 2.290.969 nel 2015) e risultano in diminuzione del 4,7%. Lo Sponsor Ufficiale ha pagato € 599.180 (€ 760.361 nel 2015), lo Sponsor Tecnico contribuisce con € 1.351.987 (€ 1.382.036 nel 2015) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 232.090 (€ 148.573 nel 2015).

I ricavi e proventi diversi pari ad Euro 6.748.043 (€ 4.982.682 nel 2015), comprendono € 2.532.949 fatturati alla società controllata Genoa Image srl, per l’utilizzo del marchio.

L’importo evidenziato nel valore della produzione che riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio, ammonta a € 2.954.102 (€ 3,23 milioni nel 2015).

Il “Player trading”.

Il bilancio del Genoa tradizionalmente evidenzia una dipendenza da player trading notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate, ad eccezione dell’esercizio 2014, a causa della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni e il meccanismo delle compartecipazioni, abolito dal 2015/16. Nel 2016, le plusvalenze, pari a € 31,9 milioni, sono riuscite a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 8,74 milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 2,22 milioni, gli altri oneri di gestione calciatori sono risultati pari a € 4,4 milioni e l’acquisto temporaneo di calciatori è risultato pari a € 2,1 milioni (€ 2,4 milioni nel 2015).



Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 15,76 milioni. Nel 2015 era positivo per € 3,6 milioni. Nella sostanza, nell’esercizio 2016, le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali per € 31,9 milioni (€ 30,9 milioni nel 2015), che rappresentano il 35% del valore della produzione.
Le maggiori plusvalenze realizzate hanno riguardato: Diego Perotti ceduto alla Roma per € 9.125.000, con una plusvalenza di € 8.656.250; Mandragora, ceduto alla Juventus per € 6 milioni, con una plusvalenza di € 5.802.720; Ansaldi ceduto all’Inter per € 8.500.000, con una plusvalenza di € 4 milioni; Sebastien De Maio ceduto all’Anderlecht per € 3.135.000, con una plusvalenza di € 3.056.739.
I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori aumentano da € 2,2 milioni € 2,87 milioni. L’importo maggiore riguarda Diego Perotti (AS Roma), per € 1.000.000. Il prestito di Tachtsidis al Torino, nel 2016, ha fruttato 800.000 Euro.
I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a € 2.107.000 (€ 2.415.000 nel 2015) e l’importo maggiore riguarda Ansaldi (Zenit) per € 650.000, seguito da Pavoletti (Sassuolo) per € 500.000 e Matavz (FC Augsburg) per € 500.000.
 Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a € 2.224.3107 (€ 6.481.017 nel 2015). L’importo maggiore riguarda la risoluzione contrattuale di Fetfatzidis, che ha provocato una minusvalenza di € 1.697.826.
Gli altri oneri di gestione calciatori includono Euro 3.841.413 per costi per la valorizzazione dei calciatori ed Euro 550.880 per contributo di solidarietà.

I costi.

I costi del personale pari a € 49.397.874 (€ 47.062.450 nel 2015), rappresentano il 54,1 % del valore della produzione, ma, se considerassimo il Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 97,4%. L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 54,2%. Il costo del personale tesserato ammonta a € 44.606.043 (€ 42.866.069 nel 2015).
Gli ammortamenti totali sono pari a € 17,4 milioni (€ 20,3 milioni nel 2015). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 13,13 milioni (€ 15,6 milioni nel 2015), di cui Euro 2.402.864 per i calciatori del settore giovanile.
Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 68,5%.

I costi per prestazioni di servizi diminuiscono del 19,6%, da € 8.744.255 a € 7.031.783. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici pari a € 2.216.867, riguardanti le consulenze tecnico sportive per l’acquisto di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori.

Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato netto, tuttavia nel 2015 sembrava confermarsi una tendenza verso il riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto. Tale tendenza è venuta meno nel 2016 a causa della riduzione del fatturato netto.




I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.226.946 (€ 1.280.559 nel 2015). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 517.667 (€ 684.000 nel 2015), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il settore giovanile risulta pari a € 132.409 (€ 126.029 nel 2015).

La gestione finanziaria, escludendo il meccanismo delle compartecipazioni è negativa per € 3,4 milioni (- € 4,9 milioni nel 2015) a causa degli interessi passivi verso banche per € 2,64 milioni e altri interessi passivi per € 834.970.
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 3.401.360; nel 2015 era negativo per 10,1 milioni di Euro, nel 2014 per € 33,2 milioni.
Tali risultati negativi, mettono a rischio il rispetto della soglia di tolleranza di 30 milioni di perdita aggregata, per gli esercizi 2014, 2015 e 2016, prevista dal “Break-even rule” del Fair Play Finanziario, tenuto conto che l’aggregato dei risultati prima delle imposte 2012 e 2013 è negativo. Occorrerebbero che siano non considerati come costi “virtuosi” (settore giovanile) circa 16 milioni.
L’IRAP corrente per € 1.787.405 e i proventi da consolidato fiscale per € 1.119.302, determinano un risultato netto negativo per € 4.069.462.

Conclusioni.

In sintesi, il bilancio 2016 mostra una perdita di 4,1 milioni, inferiore a quella del 2015 che era di 10,5 milioni; le plusvalenze continuano ad essere determinanti per l’equilibrio della gestione operativa calcistica e le plusvalenze realizzate nella sessione di calciomercato invernale di gennaio 2017, sono risultate importanti per adottare il principio di continuità aziendale. Non è forse un caso che il Genoa inizia il campionato con una rosa competitiva formata da determinati calciatori e concluda la stagione sportiva con una rosa meno competitiva formata da altri calciatori.
Anche per la prossima stagione sportiva il Genoa continuerà a fare affidamento su “un piano di mercato che garantisca plusvalenze da cessioni in linea con le performance degli anni precedenti”.
Per quanto riguarda i ricavi dei diritti televisivi la stagione sportiva 2017/18 potrà contare sul contratto centralizzato che scade il 30 giugno 2018. Per quanto riguarda le stagioni sportive 2018/19; 2019/20 e 2020/21 bisognerà conoscere il risultato della seconda asta o delle altre decisioni che saranno prese.


1 commento:

U Lenny ha detto...

Grazie per l'analisi puntuale del bilancio. Sui precedenti rendiconti ho nutrito sempre forti perplessità sulle molteplici plusvalenze realizzate con scambi alla pari o con calciatori sconosciuti iper valutati.Il denaro fresco che entra nelle casse della società grazie alle cessioni e da destinare a nuovi investimenti, questo si che conta. Altrimenti plusvalenza rimane una parola vuota con cui si aggiustano i bilanci solo sulla carta.
Stefano